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Basilica Palatina di Santa Barbara
Basilica Palatina di Santa Barbara
Descrizione
Dati informativi
Realizzata tra il 1562 e il 1572 dall’architetto Giovanni Battista Bertani, la Basilica Palatina di Santa Barbara, non è semplicemente un edificio di culto: è un ambizioso progetto nel quale architettura, pittura, musica, liturgia, arredi sacri si fondono in un solenne e raffinato disegno; è il sogno di un principe, Gugliemo Gonzaga.
La chiesa di corte dei Gonzaga fu fatta erigere, con il campanile, dal duca Guglielmo fra il 1562 e il 1572, su disegno di Giovan Battista Bertani.
La facciata è caratterizzata da tre archi, sormontati dal frontone, che introducono nel vestibolo d’accesso.
L’interno a navata unica con cappelle laterali, presenta due grandi lanterne quadrate, che fanno entrare nell’aula una morbida luce zenitale.
Domina il coro il Martirio di S.
Barbara, la grande pala dipinta da Domenico Brusasorci su invenzione del Bertani, racchiusa in una ricca cornice.
Di fianco all’altare maggiore una scala porta alla cripta, ripartita in tre navate con un sacello a pianta ellittica.
Le pale dei due grandi altari laterali sono di Lorenzo Costa il giovane su idee del Bertani (a destra Il battesimo di Costantino, a sinistra Il Martirio di Sant’Adriano).
Sono attribuite a Fermo Ghisoni le figure dipinte su ambo le facce delle ante del prezioso organo Antegnati, che spesso risuona in occasione di rassegne musicali di livello internazionale.
Il presbiterio, sopraelevato, è chiuso da una cancellata cinquecentesca arricchita dopo l’unità d’Italia dagli stemmi sabaudi; del tardo ’600 sono gli stalli del coro, finemente scolpiti e provenienti dalla demolita chiesa di San Domenico.
Il lampadone posto davanti all’altare maggiore è stato commissionato a Venezia dal duca Vincenzo I.
Una chiesa per il duca Gonzaga, dunque, ricca nel patrimonio (basti solo pensare agli arazzi su cartoni di Raffaello, lasciati dal cardinale Ercole a Guglielmo e da questi donati alla sua Basilica), in cui gli uffici divini assumono solennità, ricchezza, attraverso una organizzazione precisa ed articolata.
Una chiesa “che suona”, non solo per la cappella musicale di cui viene ben presto fornita, ma per i diversi spazi da cui può provenire la musica.
Una chiesa che è diversa da tutte le altre perchè il progetto di Guglielmo sottende l’idea di onorare Dio e insieme di mostrarsi “vero signore” del suo tempo.
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