Ponte di San Giorgio

Il ponte di San Giorgio, che divise in due lo specchio d’acqua formato a valle dalla diga del Ponte dei Mulini, fu costruito in legno intorno al 1198-1199 nell’ambito degli interventi di bonifica attuati dall’ingegnere idraulico Alberto Pitentino, che trasformò l’ambiente paludoso mantovano in un complesso di bacini lacustri con funzione difensiva e di tutela dalle inondazioni.
Verso la fine del XIV secolo la struttura fu rimaneggiata e costruita in muratura probabilmente per volontà di Ludovico I Gonzaga e in seguito fu coperta nel 1417, come testimonia una lapide conservata nel Museo di Palazzo Ducale.
Tale struttura è visibile nella tavola con la Morte della Vergine dipinta intorno al 1460 per la Cappella di Castello di Ludovico II Gonzaga.
Nell’opera, oggi conservata al Museo del Prado di Madrid, compaiono altresì, attraverso una finestra aperta sulla parete di fondo in cui si svolge la scena, il sistema difensivo del borgo di San Giorgio con la Rocchetta omonima e la strada ad essa tangente, accesso da levante alla città.
Ulteriore testimonianza a riguardo è fornita dalla tela realizzata intorno al 1618 da Francesco Borgani, che dipinse san Francesco impegnato ad intercedere presso la Madonna, a cui consegna la città dei Gonzaga visibile oltre il ponte coperto di San Giorgio.
L’opera è conservata presso il Museo di Palazzo Ducale di Mantova.
La copertura del ponte venne demolita nel 1634, in seguito ai danneggiamenti subiti nel 1630 durante l’assedio dei lanzichenecchi, che dalla Porta di San Giorgio entrarono per dare inizio al tremendo sacco della città durato tre giorni.
Alla fine del XVII secolo il ponte fu oggetto di rimaneggiamenti, indispensabili anche dopo i danni subiti a seguito delle distruzioni avviate nel 1945 dalle truppe di occupazione in ritirata.
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